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Giochi e coaching a servizio del benessere sociale: nasce l’associazione Fenici

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Cercare di portare un po’ di bene nel mondo è un’attività che Fai il tuo gioco e la sua ideatrice Claudia Minozzi hanno già svolto in passato (per es. con Lumen Hero, che approfondiremo nel prossimo articolo), a cui vorremmo dare da oggi in poi continuità operativa.

La nascente associazione di promozione sociale “Fenici”, che sta prendendo corpo grazie alle aspirazioni e ai desideri dei suoi fondatori, si propone di fare esattamente questo: aiutare gli altri promuovendo una serie di progetti sociali che, negli anni a venire, portino avanti con continuità un’idea concreta, impattare positivamente sul Mondo tramite coaching e serious games.

Quindi non più iniziative “spot”, occasionali (seppur valide), ma un’azione progressiva e costante.

Una delle forze motrici dietro l’APS Fenici è l’utilizzo dello strumento ludico: la passione per il gioco sano, unita alle metodologie del coaching, specialità della presidentessa Claudia Minozzi, costituisce infatti un notevole “dispositivo”, validissimo quale approccio alle delicate tematiche che si vogliono affrontare.

Il “coaching by game approach”, il coaching ludico, costituirà quindi una sorta di marchio di fabbrica della futura APS Fenici.

Il primo progetto che si sta mettendo in cantiere è pensato per rivolgersi alle ragazze “STEM”, ovvero le ragazze che studiano materie scientifiche (“stem” è difatti una sigla che sta per “science, technology, engineering, and mathematics”), cercando di lavorare sul loro “empowerment”, dunque la loro autostima, la sicurezza in loro stesse.

Succede infatti che queste ragazze, nonostante negli studi conseguano spesso risultati migliori dei ragazzi, trovino poi difficoltà ad affermarsi in un ambiente lavorativo che è ancora prettamente maschile, soprattutto per via di qualche pregiudizio culturale.

Avere sicurezza in sé stesse, nelle proprie risorse interiori, aiuta invece a migliorare ulteriormente le proprie “performance”: essere fiduciose nelle proprie abilità e capacità professionali, aiuta ad affermarsi in modo più efficace, conquistando la certezza che qualsiasi donna, con il giusto impegno che ogni lavoro comporta, può tranquillamente tenere testa ai propri colleghi di sesso maschile.

Non è un caso che si parta proprio da qui, come non è un caso che il progetto sia chiamato “Like Barbara”: si tratta infatti di un’iniziativa dedicata alla memoria di Barbara Picutti, ingegnere e amica che ci ha lasciati improvvisamente quest’estate per via di complicazioni seguite ad un’operazione chirurgica che, prospettata come rapida e semplice, si è rivelata invece letale. Sulla questione, com’è giusto, la famiglia sta cercando di fare luce, anche per vie legali e, per tale motivo, per ora non approfondiremo qui il dramma che è stata la morte di Barbara.

Vogliamo però ricordare il grande esempio che questa donna rappresenta per ogni ragazza che intenda intraprendere questa strada: Barbara era una manager di alto livello in una importantissima multinazionale, più volte impegnata all’estero in prestigiosi contesti internazionali. Si è occupata di ricerca, innovazione, sviluppo tecnologico e ha messo la sua firma su progetti di notevole valore ingegneristico.

Rispettata e stimata professionalmente da tutti i suoi colleghi, si era laureata al Politecnico di Milano già negli anni Ottanta, quando forse, per le donne che desideravano questa carriera, le cose erano perfino più complicate di oggi.

Una donna forte ma che rimaneva strettamente legata alla sua femminilità, coltivando le sue passioni per il canto, la cultura, l’arte. Un modello a cui ogni ragazza può guardare quando è il momento di superare le avversità che possono manifestarsi sulla propria strada.

Il primo passo è raccogliere fondi per aprire l’attività come associazione di promozione sociale e finanziare questo progetto pilota che per noi ha un’importanza speciale. Desideriamo attivare laboratori gratuiti per le ragazze STEM, e poi proporre il progetto Like Barbara a chi vorrà unirsi a noi (le APS, durante i primi due anni di vita, possono muoversi solo “in cordata” – partenariato – con altri), per realizzare una serie di laboratori online che, usando le attività ludiche, cercheranno di centrare l’obiettivo di aumentare la sicurezza e l’autostima delle studentesse STEM.

Un piccolo o grande sforzo che sia, la proverbiale “goccia nel mare”: ma si sa, tante “gocce” fanno il mare e finiscono comunque per realizzare qualcosa di importante, nel tempo. Noi in questo progetto ci crediamo tantissimo!

Nelle prossime settimane di campagna approfondiremo altri aspetti. Per ora, chiunque voglia fare la differenza, può aiutarci cliccando su questo link (https://buonacausa.org/cause/apertura-associazionefenici ).
Ci aiuti a dare luce a questo progetto?


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Intervista ad Andrea Angiolino

Oggi parliamo con Andrea Angiolino, game designer dalla lunga carriera, e anche giornalista, scrittore, saggista, speaker di Radio Rai 3 con puntate sulla storia dei Giochi, autore del “Dizionario dei Giochi” (Ed. Zanichelli) in collaborazione con Beniamino Sidoti. Andrea ha creato titoli che hanno conquistato il mondo come “Wings of Glory”, “Sails of Glory” e “Battlestar Galactica: Starship Battles”, passando per i librogame, e giochi di ruolo. È anche socio della casa editrice Quality Games, con il recente successo su Kickstarter “LEX ARCANA“.


Andrea Angiolino è il professionista di alto livello che sarà docente della prima lezione di “Fai il tuo gioco ONLINE”. Il suo WEBINAR è importante per partire con il piede giusto, e poi continuare con moduli tematici degli altri docenti del team “Fai il tuo gioco ONLINE”.


Allora Andrea, raccontaci anzitutto come hai pensato di diventare game designer?


Mi ci sono ritrovato seguendo una passione. Da bambino ovviamente facevo giochi di ogni genere e mi sono divertito a proporre qualche nuovo gioco ai cugini e ai compagni di scuola, affinandoli man mano. Da ragazzo continuavo con questo hobby e mi sono inventato regole di campagna per giocare alla primissima edizione di “Warhammer” in 7-8, per corrispondenza, incontrandosi poi al tavolo per gli scontri tattici. Le regole per combattere con le creature alate erano scadenti, nel gioco originale, così le ho integrate con un mio sistema. Quando poi l’ho scorporato in un wargame autonomo di combattimenti aerei fantasy è venuto fuori il mio primo titolo pubblicato, “Cacciatori di viverne”. Dalla voglia di scrivere un librogame senza alcuni difetti che avevo trovato in un titolo in commercio è poi nato “In cerca di fortuna”, il primo libro-gioco italiano…

Sarebbe rimasto un hobby, mentre studiavo Economia e commercio in vista di un lavoro che mi desse di che vivere, se verso la fine degli anni ’80 non avessi incontrato la C.UnS.A., Cooperativa Un Sacco Alternativa. Era un gruppo romano di autori di giochi, già famoso per la simulazione Corteo, che mi ha aiutato a fare un mestiere dell’invenzione di giochi in scatola, per rivista, per radio e televisione, per manifestazioni, per la pubblicità… E lì ho capito quale fosse la mia strada. Ci dedicavamo quasi esclusivamente a giochi su commissione, non in vendita sul mercato, pur lavorando anche a titoli in scatola per Clementoni e Gut-Unicopli. All’inizio degli anni Duemila, invece, con la Nexus Editrice abbiamo iniziato a vedere finalmente un ampio successo dei giochi creati proprio per il mercato ludico, in Italia ma ancora di più all’estero. E quella è un’altra attività che mi dà molte soddisfazioni.


Tu sei già stato docente di “Fai il tuo gioco” nelle passate edizioni, e rinnovi la tua presenza anche in questa occasione. Perché hai deciso di accettare la proposta?


Mi piace il confronto con chi vuole fare giochi, in questo periodo assai più ricco di opportunità rispetto a quello in cui ho iniziato io. E sono convinto che una continuità sia necessaria, fra chi è nel settore da tempo e chi vuole entrarci adesso, perché un patrimonio di esperienze e conoscenza non si disperda, ma anche per consentire a chi già opera da tempo nel settore di capire quali sono le suggestioni e gli stimoli di chi comincia ora, per percepire meglio le tendenze, per cogliere le novità. Uno scambio molto produttivo.


Quali sono, secondo te, i migliori motivi per partecipare al corso “Fai il tuo gioco”?


Se si hanno l’entusiasmo e la voglia di creare giochi, penso che sia prezioso non cominciare da zero ma partire da una panoramica approfondita del gioco, dei meccanismi della progettazione, delle modalità di presentarsi sul mercato. Inoltre questo corso ha una inconsueta focalizzazione sul coaching, oltre che sul game design, e questo aiuta moltissimo i corsisti a concentrarsi sull’attività di creazione nella maniera più produttiva ed efficiente.


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Intervista agli autori di “DUNGEONOLOGY”, Diego Fonseca e Danilo Guidi

Oggi facciamo qualche domanda ai due autori del gioco “Dungeonology“, finanziato grazie alla piattaforma Kickstarter, che ci mette nei panni di coraggiosi avventurieri impegnati nello studio dell’habitat dei mostri che infestano i temuti dungeon.
Aspiranti insegnanti dell’immaginaria università italiana di Rocca Civetta, gli intrepidi studenti dovranno raccogliere le informazioni necessarie a scrivere la migliore tesi in… Dungeonologia!


Ciao Diego e Danilo, che genere di gioco è “Dungeonology”? come possiamo descriverlo?


Dungeonology” è un dungeon crawler atipico, in cui interpretiamo degli studenti impegnati in una ricerca sul campo all’interno di dungeon abitati da pericolose razze di mostri. Il gioco richiede di esplorare il dungeon e scoprire i segreti dei mostri prima e meglio degli altri giocatori. Per riuscire a farlo, utilizzeremo delle carte trucchetto che useremo sia per ottenere informazioni utili per scrivere la tesi da riportare a Rocca Civetta, sia per ostacolare i nostri avversari. Ad accompagnarci in questa avventura ci saranno le matricole dell’università, dei simpatici omini che andremo ad usare per attivare le nostre carte più forti o sacrificheremo senza pietà per salvarci la pelle.


Come siete entrati in contatto con il vostro editore “Ludus Magnus Studio”?


Durante il corso di “Fai il tuo gioco” dedicato al Kickstarter abbiamo conosciuto Andrea Colletti della “Ludus Magnus Studio“, al quale abbiamo presentato il nostro progetto. Fortunatamente ha visto in esso del potenziale ed ha deciso di produrlo durante l’anno successivo.


Cosa ne pensate del corso “Fai il tuo gioco”, che avete frequentato? Che genere di aiuto vi ha dato e in cosa vi ha avvantaggiato sul vostro percorso?


Il corso ci ha dato accesso a conoscenze molto settoriali ed è stato un’ottima introduzione nel mondo professionale dei giochi e del Kickstarter. A prescindere di riuscire o meno a pubblicare un gioco, il corso mette comunque a disposizione OTTIMI STRUMENTI per iniziare il proprio progetto lavorativo in ambiente ludico.


Ringraziamo D&D, Diego e Danilo ex allievi di Fai il tuo gioco: Diego, inoltre, adesso è membro stabile dello staff della Ludus Magnus Studio, così come Paolo, anche lui ex allievo delle passate edizioni di Fai il tuo gioco. Sono stati creati da Paolo i meravigliosi video di presentazione dei giochi Sine Tempore e Black Rose Wars 


Auguriamo numerosi successi ai nostri ex allievi e anche ai futuri allievi di Fai il tuo gioco, ricordando che sono aperte le iscrizioni dell’edizione 2019. Il corso partirà ad ottobre!


I POSTI sono LIMITATI: per riservare il tuo posto contattaci sulla pagina Fb Fai il tuo gioco



 


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Seguitiamo l’intervista a Claudia Minozzi, creator di “Fai il tuo gioco”

Seguitiamo l’intervista a Claudia Minozzi, creator di “Fai il tuo gioco”: potete leggere la prima parte qui


Quando parte il nuovo corso?

 

L’early bird (cioè un periodo in cui il prezzo è scontato) è già partito e dura fino al 18 settembre; dopo ci si può iscrivere a prezzo intero (che comunque è un prezzo “light”). Il corso partirà a ottobre, di sabato: iniziamo il pomeriggio di sabato 12 ottobre.


Raccontaci l’evoluzione che ha avuto il corso “Fai il tuo Gioco”: ci sono novità? 


La novità è che il nuovo corso sarà ONLINE, e si può seguire comodamente da casa per l’80 %; ci saranno poi due incontri dal vivo a Roma per la soluzione a problemi di game design, e il playtest alla sede della casa editrice LUDUS MAGNUS STUDIO, una splendida startup in partnership con noi, con cui abbiamo già lavorato nelle passate edizioni. 

Sono webinar interattivi tenuti da vari docenti che illustrano tutto il percorso che c’è da fare per portare un’idea a diventare un prodotto, dalla creazione, al ciclo di realizzazione, fino alle scelte per commercializzare il gioco. Non solo la novità del corso ONLINE che tutta Italia può seguire, quindi non ci limitiamo alla zona di Roma, ma anche un percorso personalizzato per i miei colleghi coach o formatori: molti mi hanno mostrato curiosità sui giochi, ma hanno poco tempo e gli spostamenti pesano visto che già li facciamo spesso per lavoro. La soluzione del WEBINAR abbatte le difficoltà logistiche, è tutto più comodo! Solamente due incontri sono dal vivo per mettere a punto il progetto di gioco, o meglio di GAMIFICATION, che si può utilizzare poi come tool originale nel proprio lavoro d’aula!

 

Ho pensato quindi di dematerializzare gli incontri per rendere accessibile il corso a più persone possibili. Questo cambia un po’ la formula di group coaching e soprattutto non ci sarà il team coaching, come nelle ultime due edizioni. Dal team coaching alla Scuola internazionale di Comics è nato, per esempio, “I Bibliotecari”, gioco pubblicato sul paginone centrale della rivista IoGioco, il magazine specializzato nel settore dei boardgame. Così il 100% dei partecipanti ha avuto la soddisfazione di vedersi pubblicare in cartaceo il gioco da tenere nella propria collezione, e poter dire “Questo l’ho fatto io!”… è stata una grande soddisfazione anche per me, doppia direi, perché oltre ad un risultato concreto, c’è da dire che era un team per me molto sfidante, con un ragazzo sordomuto (definizione sua che non ama farsi chiamare “non udente”), non avevo mai lavorato con un team composto così e l’ottimo rapporto che si è creato con questo ragazzo mi ha davvero commosso!


C’è qualche altro episodio piacevole, qualche successo in seguito alla partecipazione al corso che ci vuoi dire? 


Sì oltre al team che ha pubblicato sulla rivista e il ragazzo sordo con cui ho comunque trovato un buon modo per comunicare, ci sono stati tre coachee che hanno iniziato a collaborare a livello professionale con la casa editrice LUDUS MAGNUS STUDIO , Paolo, Diego e Danilo: i primi due sono stati assunti, e Diego e Danilo hanno pubblicato il loro primo gioco tramite la piattaforma di fundraising Kickstarter con il brand della casa editrice. Il loro prodotto ha raggiunto l’obiettivo base di crowdfunding in circa 10 minuti, un successone, e hanno raccolto oltre 550.000 dollari con il loro gioco Dungeonology… ma di questo parleranno Diego e Danilo in una prossima intervista. Io sono davvero felicissima per loro!


Benissimo, grazie Claudia per averci raccontato le novità: non ci resta che seguire la pagina di Fai il tuo gioco e se i lettori vogliono cogliere l’early bird possono iscriversi cliccando su Contatti o scrivere alla casella mail aziende@gruppotesiteam.it 

Ci riaggiorniamo alla prossima intervista con gli autori di Dungeonology

 


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Intervista a Claudia Minozzi, ideatrice di “Fai il tuo gioco” – prima parte

 

Negli ultimi anni la realtà di un corso come “Fai il tuo gioco” è diventata sempre più conosciuta all’interno della comunità ludica italiana. Ideato da Claudia Minozzi, sono già decine gli aspiranti game designer che lo hanno frequentato e che si sono quindi succeduti “tra i banchi”, affinando così le proprie idee, i propri metodi e i prodotti che avevano pensato.
Parliamone proprio con la persona che è il vero e proprio motore dietro “Fai il tuo Gioco”, con colei che ha immaginato di coniugare il concetto di coaching con quello di game design.

Ciao Claudia! Cominciamo questa intervista parlando un po’ di te. Chi è anzitutto Claudia Minozzi?

Ciao Massimo, sono una piccola imprenditrice e coach professionista. Mi occupo di istruzione da 20 anni con il mio Centro Studi Tesiteam; ho sempre usato in questi 20 anni un approccio da manager coach con i miei collaboratori, e negli ultimi 6 anni ho deciso di dedicarmi anche alla professione di coach con clienti esterni, sia aziende che persone.

Faccio una specifica sul coaching, parola oggi molto di moda ma che può essere fraintesa.

Il coach NON è un guru, è invece un individuo formato professionalmente all’approccio e alle tecniche che servono per il miglioramento e il raggiungimento degli obiettivi personali e aziendali. Formato professionalmente significa che ha seguito un percorso con scuole specializzate e accreditate: io ho scelto una scuola accreditata da ICF (International Coach Federation), la più grande associazione professionale di coach nel mondo, con oltre 100 nazioni che vi aderiscono. È l’accreditamento preferito dalle Grandi Aziende quando scelgono un professionista che accompagni il personale e i dirigenti verso l’eccellenza. Il coach agisce sulle competenze trasversali (come il problem solving, il decision making, l’intelligenza emotiva, il lavoro di squadra, ecc.), cioè su tutto quello che serve alle persone per passare da un vago proposito al raggiungimento di un obiettivo tramite azioni concrete. Il coach, quindi, è un consulente di PROCESSO e non di contenuto, e lavora con le persone in una relazione di “partnership”, cioè basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Non c’è un rapporto gerarchico tra chi fa il coach e chi riceve il coaching (che si chiama coachee), ma è come essere in società per raggiungere un obiettivo. Chi sceglie di essere un coach ICF, sceglie di aderire ad un codice etico, e quindi l’obiettivo è sempre e solo il benessere del coachee. È soprattutto la scelta etica che differenzia un coach ICF da altri tipi di coaching. Oltre a questo, è importante una solida formazione: io parto da una laurea in psicologia clinica, e ho approfondito con corsi di Alta formazione e un master in team coaching gli strumenti adatti per questa professione. È capitato che durante Fai il tuo gioco una persona si sia appassionata al coaching e abbia intrapreso un percorso di formazione uguale al mio, anche se si era avvicinato per approfondire i giochi!

Oltre che imprenditrice e coach professionista, penso di essere nel mio piccolo anche un’innovatrice: per questo ho creato Fai il tuo gioco, e di recente ho utilizzato gli ologrammi nei miei laboratori, una novità assoluta in Italia.

Come ti è venuta l’idea di “Fai il tuo gioco”?

Unendo più fattori in un campo che mi appassiona.

Nella formazione aziendale e nel team coaching spesso si utilizzano i giochi d’aula, perché gli apprendimenti basati sull’esperienza di gioco risultano più vivi, il coinvolgimento è maggiore, oltre ad aiutare a ricordare più a lungo quanto si è scoperto durante tale esperienza (game based learning). Il divertimento è un fattore molto potente e migliora il clima di lavoro. Il gioco è poi sfida e scoperta, un attivatore di intuizioni e una spinta a mettersi in moto. È quindi una metodologia molto efficace nella formazione esperienziale, e un tool anche nel coaching (per es. con gli strumenti di gamification di Points of You di cui sono trainer). Oltre al valore professionale, il gioco è un momento di svago, e nel bilancio vita e lavoro lo svago serve e fa bene!! Personalmente sono appassionata di gioco di ruolo, non quello da fare online bensì il classico gdr da tavolo: carta e matita. Mi piace farlo ed è occasione per socializzare. Amo il gioco di ruolo per l’interpretazione e per le storie. Le storie sono evidentemente la parte artistica del gioco, ma non solo la narrazione è una componente artistica. Tutta la creazione di un gioco ha una componente artistica. È un processo artistico! Il game design, per definizione, è l’arte e la tecnica di creare giochi. Io amo l’arte in tutte le sue forme (o meglio l’arte ama me!) e ho un’anima di artista da sempre. Scrivevo poesie e racconti fin da bimba, la prima volta che ho pubblicato avevo 12 anni (e da allora ho una trentina di pubblicazioni all’attivo). Stanti queste premesse, ho unito passione, professione e spirito artistico e ho lanciato un’innovazione: nessuno aveva unito prima il coaching con la creazione di giochi, e cioè un percorso che (oltre alle informazioni date da game designer professionisti) stimolasse la creatività, e poi aiutasse a mettere in pratica quanto scoperto e realizzare concretamente un progetto (da soli o in team), per la soddisfazione di creare qualcosa di piacevole in prima persona, o anche – in alcuni casi – come possibile sbocco professionale o imprenditoriale. Il mercato globale dei giochi è in crescita, e non solo nel settore dell’intrattenimento, ma anche educazione, formazione e marketing. C’è quindi spazio per i creativi.

A tutto ciò ho aggiunto l’approccio manageriale del mio Centro Studi Tesiteam, e come per le altre materie nella didattica universitaria, ho composto un team di esperti che affiancasse gli aspiranti game designer a comprendere cosa c’è dietro il mondo dei giochi, e cosa c’è “dentro la scatola”: non solo meccaniche, quindi, ma anche tutta la parte di produzione e commercializzazione, che passa per l’editoria classica e arriva a nuove forme di auto – imprenditorialità. È un fattore, quest’ultimo, secondo me molto interessante: io sono pure una business coach per startup quindi l’iniziativa in proprio la conosco bene (anche io lavoro in proprio) e per me è un valore. Certo, non va affrontata in modo avventato, per questo è importante essere preparati e ben formati.

Dietro “Fai il tuo gioco” c’è tutto questo…. E anche di più, perché il percorso è anche divertente e piacevole: uso la gamification, cioè i giochi per far crescere i progetti di gioco!

Bene, seguitiamo questa intervista andando più nel dettaglio di cosa possiamo trovare durante il corso Fai il tuo gioco nel prossimo articolo. Intanto ti avvisiamo di non perdere l’Early bird che inizierà a breve e solo per pochi giorni, puoi già informarti scrivendo un messaggio alla pagina Fb di Fai il tuo gioco cliccando su CONTATTACI

https://www.facebook.com/Faiiltuogioco/

 


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Pubblicato su IoGioco “I Bibliotecari” creato dagli allievi di FAI IL TUO GIOCO

Il gioco “I Bibliotecari” interamente creato dagli allievi di Fai il tuo gioco edizione Scuola Internazionale di Comics di Roma 2018 è attualmente in edicola come inserto del n. 8 della rivista specializzata di settore ioGioco. Ottimo risultato: il 100% della classe ha avuto la soddisfazione di vedersi pubblicare un gioco che potrà toccare con mano e tenere nella propria collezione!


Tutti gli allievi sono stati molto coinvolti in questo progetto: l’iniziativa è partita da uno dei partecipanti a Fai il tuo gioco, Enrico Peduzzi, che parlando con la redazione della rivista ha proposto un contest tra gli allievi del corso che avesse come risultato finale la pubblicazione del vincitore su ioGioco con il boardgame elaborato individualmente durante il corso.
Dal punto di vista pratico, però, ci ha fatto notare Andrea Angiolino (game designer professionista e docente di Fai il tuo gioco) questo non era realizzabile perché i progetti individuali dei singoli partecipanti si andavano sviluppando in vista di una pubblicazione adatta al mercato dei giochi in scatola, mentre un gioco per rivista ha caratteristiche differenti.
Così la coach e formatrice Claudia Minozzi ha proposto un’alternativa: l’iniziativa si è trasformata da una competizione tra gli allievi ad un “meta-gioco cooperativo”, ovvero un progetto di team in cui tutti gli allievi partecipassero nel creare un gioco adatto a diventare un inserto.
Andrea Angiolino ha tenuto una lezione apposita per illustrare le specificità di questa tipologia.
La redazione di ioGioco (in particolare Massimiliano Calimera, che ringraziamo per l’opportunità) ha fornito agli allievi del corso una serie di specifiche da rispettare nell’ideazione e progettazione del gioco: meccaniche semplici, adatto a casual gamers, di durata breve, con materiali tutti stampabili sullo spazio messo a disposizione.
La pubblicazione, quindi, non era scontata: il gioco realizzato doveva essere adatto ai requisiti richiesti. O si vince, o si perde… tutti insieme!
È stata una sfida emozionante per i game designer emergenti creare un gioco su commissione come farebbe un vero professionista.
Sfida ancor più grande per gli allievi era riuscire a lavorare in team, compito non facile anche per i professionisti stessi!
Sfida vinta, obiettivo raggiunto!
Per arrivare all’obiettivo è stato utile il metodo delle “riunioni efficaci”, uno strumento di teamwork facilitato dalla coach formatrice Claudia Minozzi.
L’ambientazione scelta per I Bibliotecari è stata suggerita dal corsista Armando Delfini, bibliotecario, che è andato oltre le difficoltà dovute alla sua natura (l’allievo è sordo: definizione di Armando stesso) dando il suo contributo al gruppo; oltre ai già menzionati Enrico e Armando, alle riunioni efficaci hanno partecipato attivamente Marco Boschiero e Mattia Campanelli (vincitori ex aequo del contest interno di game design di Fai il tuo gioco, con la valutazione di Andrea Sfiligoi, Andrea Angiolino e il feedback sui progressi della coach Claudia Minozzi), Alessandro Negri e sua sorella Ilaria dedicandosi con serio impegno alle modifiche al progetto iniziale, e a molti playtest, la maggior parte svolti all’interno del negozio di boardgame Quinto Elemento, di Davide Restelli, altro compagno di corso e game designer emergente con grande conoscenza dei titoli sul mercato. Ilaria, unica donna tra gli allievi del corso, ha realizzato anche la grafica del tabellone e dato lo sprint finale per completare il gioco. Infine, due ex allievi di FAI IL TUO GIOCO delle edizioni precedenti a quella della Scuola Internazionale di Comics, Raffaello Padelletti per le illustrazioni, e Paolo Scippo per il logo titolo, hanno contribuito a confezionare il prodotto.
Tutto il team è stato coordinato da Claudia Minozzi, che ha reclutato l’illustratore e il grafico, ed aiutato a non perdere di vista l’obiettivo e le tempistiche.
La valutazione decisiva, però, spettava alla redazione della rivista ioGioco che ha provato più volte I Bibliotecari approvando e apprezzandone la versione definitiva.
Il giudizio finale su questo titolo spetta ai giocatori: ci auguriamo che si divertano provando I Bibliotecari, titolo competitivo nato però da un bel gioco di squadra!


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Al Romics facciamo gruppo grazie a Effe Cinicola

Un valore aggiunto del workshop FAI IL TUO GIOCO è stato l’apprendimento cooperativo e la capacità dei partecipanti di fare gruppo: durante e dopo il workshop i partecipanti hanno lanciato iniziative coinvolgendosi l’un l’altro.


L’iniziativa che ci ha più colpito è l’invito che la scrittrice Effe Cinicola ha fatto a tutti gli autori emergenti e allo staff di Fai il tuo gioco. Effe ha partecipato dell’edizione GDR di Fai il tuo gioco, che ha visto come docenti Andrea Angiolino, Gilbert Gallo e Andrea Sfiligoi, oltre alla facilitazione di Claudia Minozzi e Maurizio Viziano. Effe presenta al Romics 2017 la sua saga di romanzi fantasy “Gli Angeli e l’Apocalisse” (da cui sta traendo un gioco di ruolo): sarà presente in Area Autoproduzione (da 20 anni a cura di Angelo Porazzi) padiglione 9 e ha coinvolto la giornalista Sissi Corrado della web radio Deliradio per intervistare tutti gli autori emergenti (di giochi da tavolo e di gdr), oltre allo staff di Fai il tuo gioco. Accanto ad Effe, ci sarà Claudia Minozzi (progettista di Fai il tuo gioco) e saranno ospiti per le interviste Andrea Angiolino, maestro del game design e docente di entrambe i corsi di Fai il tuo gioco (gdt e gdr, in particolare con l’apprezzatissimo modulo sul libro game) e suoi allievi: Andrea Prosperini, autore di giochi da tavolo di grande talento, Laura Elysium Onorati, autrice del party game Isla Banana prossimamente in autoproduzione, Nicola Provenzano con il progetto Valhalla Viking Victory (Nicola è il presidente dell’associazione che si occupa di cultura vichinga e sta lavorando sia ad un gioco da tavolo che un gioco di ruolo a tema vichinghi, argomento di cui è espertissimo).


RINGRAZIAMO PROFONDAMENTE Effe Cinicola per l’ospitalità e la possibilità di raccontare in radio tutta la nostra creatività: per “nostra” intendiamo il gruppo di Fai il tuo gioco al completo!
Prima del Romics ci teniamo quindi a presentarvi questa ottima scrittrice che entra nel mondo del Fantasy con una Saga originale e unica intitolata “Gli Angeli e l’Apocalisse”. Sono già disponibili i primi due romanzi:
“Erenvir e l’Anno Zero” e “Erenvir e i Sette” sia in cartaceo che in ebook. Il terzo libro:” Erenvir e il Potere della Violenza” sarà disponibile a breve.
È attualmente in stesura anche il Gioco di Ruolo.
Gli Angeli e l’Apocalisse è una saga Fantasy di ispirazione biblica che narra la storia della Terra dopo il Giorno del Giudizio. Portato a termine l’Armageddon, i quattro Angeli Sterminatori, i Cavalieri della Violenza, della Carestia, della Guerra e della Morte decidono di rimanere nel mondo appena annichilito per dominare ciò che ne resta con la propria potenza e con eserciti di creature oscure. Fortunatamente, sette schiere Angeliche di sette differenti popoli di alati (Serafini, Cherubini, Dominazioni, Potestà, Troni, Principati e Virtù), diversi per aspetto e abilità sovrannaturali, ognuno con una propria missione sacra, restano a proteggere i pochi superstiti umani. Niente sarà più come prima: nuove leggi spirituali influenzeranno la materialità. Inizierà una disputa che vedrà gli uomini succubi e protagonisti, pedine e Re, marionette e manovratori, in un’ambientazione tutta da scoprire.


Nel primo libro della Saga, l’Apocalisse profetizzata nella Bibbia si avvera, devastando la terra e decimando l’umanità. I principali fautori dell’Armageddon, i Cavalieri della Violenza, della Carestia, della Morte e della Guerra, quattro potentissimi Angeli, decidono di rimanere nel mondo materiale per diventarne i sovrani assoluti e si pongono a capo di eserciti di creature oscure per attuare la propria conquista. Fortunatamente, anche sette Schiere Angeliche restano a combattere per gli uomini sopravvissuti contro le brame di potere di chi li vuole sottomessi o morti. Il protagonista, Jonathan White, è un ragazzo che viene prescelto per contribuire alla lotta tra Bene e Male. Verrà chiamato Erenvir, portatore della Nuova Era ed il suo primo compito sarà quello di condurre in salvo i sopravvissuti in un luogo indicatogli come Terra Promessa. Affronterà un viaggio in cui scoprirà quanto tutto ciò che conosceva sia mutato e sottoposto a nuove leggi fisiche e spirituali, tra nuovi luoghi infernali e piccoli paradisi, tra bestie demoniache e creature idilliache, in un’ambientazione tutta da svelare.


Nel secondo libro di Effe Cinicola, sono passati cinque anni dal Giorno del Giudizio. Sette Regni Angelici e Quattro Regni dei Cavalieri dell’Apocalisse già sono stati costituiti e si contrastano. Tra il Bene e il Male si è creato un equilibrio instabile che rischia di essere alterato da una nuova immensa minaccia: Carestia, uno dei quattro Portatori dell’Armageddon che vogliono impadronirsi del pianeta, ha evocato Abbadon il Distruttore, un essere temuto dagli stessi Alati.
Per evitare all’umanità di sprofondare sotto la sua potenza devastatrice, Erenvir si incamminerà in un viaggio che svelerà molto della neonata e oscura identità della terra ora chiamata Apogea.
Per conoscere più nel dettaglio i romanzi, il gioco di ruolo e l’autrice, venite a trovarci al Romics PADIGLIONE 9 in Area Autoproduzione dal 5 all’8 ottobre.


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I successi dei nostri coachee. Presenza al Romics del gruppo vichinghi di Valhalla Vicking Victory

Una delle caratteristiche più belle del coaching (approccio che è stato la linea guida di tutto il workshop Fai il tuo gioco) è la celebrazione dei successi dei coachee.
Quando un coachee fa progressi, cresce e realizza i suoi obiettivi, il coach che ha creato una vera relazione di partnership sente un’emozione simile all’orgoglio. Nello specifico, questo tipo di gioia si chiama naches – parola yiddish che si riferisce all’orgoglio di un genitore, un tutore o un mentore quando vede il proprio figlio o pupillo realizzarsi come individuo.


Come è avvenuto per i contest di game design, siamo felici di celebrare i successi dei coachee di Fai il tuo gioco: in questo caso il gruppo vichinghi, i tre fratelli Nicola, Alessandro e Antonio Provenzano che hanno meritato la partecipazione al ROMICS vincendo un bando pubblico. I tre fratelli sono rievocatori storici vichinghi e hanno seguito sia il workshop di gioco da tavolo che di gioco di ruolo per trasportare in un gioco (board game o GDR) la loro passione e profonda conoscenza della cultura norrena. Chiediamo a Nicola (alias Jarl Halfdan Fjallarsson) di raccontarci di più.


Il vostro progetto Valhalla Vicking Victory in cosa consiste e da quanto tempo è attivo?


NICOLA: Innanzitutto grazie per questa opportunità di far conoscere al pubblico le nostre imprese. Il progetto nasce nel 2005 “per gioco” ma quasi subito prende i connotati di un vero e proprio stile di vita. Portare i vichinghi a Roma non è stata e non è tuttora una impresa facile, anche se adesso siamo molto più conosciuti. Lo testimonia l’apprezzamento del Romics per il progetto visto il grosso spazio concessoci. Valhalla Viking Victory oggi si muove su più fronti rispetto a quello puramente rievocativo che c’era all’inizio. Con la creazione del Fjallstein Vikingr Fest abbiamo dato la cultura norrena al grande pubblico facendo alla prima edizione ben 3000 presenze per l’intera durata del festival. Il successo è stato tale che il Sindaco di Montelanico, piccolo centro nel mezzo dei Monti Lepini dove si è svolto il festival, ci ha subito confermato la seconda edizione che si terrà dal 21 al 24 Giugno del 2018 (e ovviamente vi aspettiamo tutti ).


Cosa ti è piaciuto di più del workshop Fai il tuo gioco?


NICOLA: Direi tutto. Si è trattato di una delle esperienze più innovative degli ultimi anni e oltre a darci tanti piccoli “strumenti” per realizzare non solo i giochi ma qualunque progetto ci possa venire in mente, ci ha fatto conoscere persone fantastiche, dagli organizzatori ai partecipanti. E’ stata una ventata di aria fresca che ci ha fatto veramente bene e ci ha dato molto sprint anche per la nostra attività. Appena possibile riprenderemo sia il progetto ludico nato nel workshop sia lo studio del metodo del “Coaching” che consiglio veramente a tutti coloro che vogliono fare qualcosa di bello nella loro vita.


Dove precisamente possiamo trovarvi al Romics e cosa farete?


NICOLA: Siamo al padiglione 6 area games. Come sempre pubblicizzeremo le nostre attività e il Fjallstein Vikingr Fest, daremo la caccia ai cosplayers di “Vikings” e terremo i nostri stage per iniziare le persone alla scherma storica e al combattimento vichingo!

E noi non vediamo l’ora di andarli a trovare al Romics dal 5 all’8 ottobre, fiera di Roma…. Fieri di loro!


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Nuova edizione Fai il tuo gioco con Scuola internazionale di Comics

Venerdì 15 settembre presentiamo la nuova edizione di Fai il tuo gioco iniziando un nuovo percorso insieme alla Scuola Internazionale di Comics.
Durante l’Open Day la Scuola presenta tutti i corsi dell’anno accademico: Claudia Minozzi, progettista di formazione e coach del workshop, illustra la nuova edizione di Fai il tuo gioco, ampliata nei contenuti.


Il workshop sarà più lungo: 18 incontri in cui si alternano i moduli condotti dai game designer e dalla coach, e incontri di gioco e playtest – anche playtest guidato dopo aver costruito gli strumenti per raccogliere i feedback dei playtester.
Resta confermata la formula blended, cioè miscelata, di due discipline che si sposano bene:

  • il coaching, che fornirà ispirazione, metodo e supporto durante il processo creativo, dell’organizzazione del lavoro e per le scelte da fare, scelte nell’ideazione e progettazione del proprio gioco, e scelte nel percorso che si vuole intraprendere (editoria o self publishing?);
  • il game design, l’arte e la tecnica nel progettare un gioco da tavolo, con docenti esperti nella creazione dei board game e nel mercato dei giochi.

 


Rispetto alla passata edizione abbiamo aggiunto maggiore approfondimento sulla classificazione dei giochi, sulla tripartizione MDA (meccaniche, dinamiche, estetiche) e sulla gamification, a cura di Andrea Angiolino.Al team di Fai il tuo gioco si aggiunge inoltre un autore ed editore che lavora sia in proprio che per la casa editrice Giochi Uniti: Sergio Roncucci, che darà la sua testimonianza ed insieme ad Andrea Sfiligoi aiuterà i game designer emergenti ad orientarsi e a conoscere meglio l’ambiente del game design.


Il libro “La progettazione dei giochi da tavolo” di Walter Nuccio resta la linea guida per risolvere i problemi di progettazione, e il suo autore e game developer illustrerà gli aspetti più tecnici e le caratteristiche di un buon regolamento.


I regolamenti dei nuovi giochi prodotti dagli iscritti a questo workshop saranno molto importanti per vincere la seconda edizione del Contest “La scelta di Angiolino”, che come il titolo stesso spiega, sarà il concorso interno dei prototipi a cura del maestro del game design, inventore di moltissimi giochi da tavolo e di ruolo, ed anche coautore del Dizionario dei giochi, edito Zanichelli.
Al contest – come già accaduto nella scorsa edizione – saranno invitate le case editrici per provare i nuovi prototipi e scoprire nuovi autori.


La scorsa edizione sono venuti a trovarci editori o incaricati di: Giochi Uniti, Cosplayou, Tabula, anche un iscritto al corso con la sua neonata casa editrice romana, la casa editrice sempre di Roma Giochix, e la spagnola ThunderGryph Games, che opera su mercato internazionale. Gli iscritti avranno inoltre modo di conoscere e farsi conoscere dai docenti ed editori della Ganesha Games (Andrea Sfiligoi) e Cards & co. (Sergio Roncucci).
Ora tocca a voi venire a scoprire più nel dettaglio il programma del workshop all’incontro gratuito presso la Scuola internazionale di Comics, nella nuova bellissima sede in via Francesco Lemmi 10, vicino Metro Colli Albani. Vi aspettiamo venerdì 15 settembre ore 17.30!


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Vincitore del contest “La scelta di Angiolino”: Fish! di Riccardo Rigillo

Dulcis in fundo, presentiamo il VINCITORE del Contest di game design “La scelta di Angiolino”. Vince il contest il gioco Fish! di Riccardo Rigillo.
Intervistiamo l’autore e vincitore, a cui tutto lo staff di FAI IL TUO GIOCO fa grandissime congratulazioni:


Come nasce l’idea per questo gioco?

Riccardo Rigillo: “L’idea nasce dal desiderio di mettermi alla prova non solo come giocatore, ma come ideatore e progettista di un gioco. Il tema è un tema che conosco, professionalmente, e che mi piaceva tentare di simulare in maniera realistica e giocabile. Volevo un gioco che mettesse in evidenza anche temi attuali, come la sostenibilità dell’uso dei “beni comuni”, e un’attenzione all’ecosistema che rimanesse attuabile in una dimensione di attività economica”.


In che modo il workshop ti è stato utile per il tuo progetto di gioco?

Riccardo Rigillo: “Il workshop mi è servito e mettere a fuoco l’idea che avevo e a trasformarla in un risultato concreto, un prototipo vero e proprio. La definizione di tempistiche e obiettivi realistici è molto importante nel portare a termine un progetto, e il coaching all’interno del workshop fornisce a ciascuno un buon metodo per ottenerla, e per giunta adeguato alle diverse esigenze individuali. Il workshop ci ha dato anche contenuti di spessore, con veri esperti del mondo ludico; e l’interazione con gli altri autori che si cimentavano nel disegno di diversi progetti ci ha fornito un confronto continuo che ritengo fondamentale: mentre ciascuno di noi era “game designer” del proprio gioco, ricopriva – quasi senza pensarci – anche il ruolo di “game developer” per tutti gli altri”.


Come descriveresti in breve il tuo gioco?

Riccardo Rigillo: “È un gioco sulla pesca sostenibile a più giocatori. Il gioco è direttamente ispirato all’attività di pesca del tonno nel Mediterraneo. Ciascun giocatore pesca per arricchirsi più degli altri, ma deve stare attento a non esaurire le preziose risorse ittiche, perché in quel caso tutti sono perdenti. Il gioco è reso vivace da una meccanica di movimento simultaneo e nascosto per raggiungere le aree di pesca, e soprattutto da un meccanismo di asta a offerta nascosta per aggiudicarsi i migliori contratti di vendita all’inizio di ogni turno. Le risorse ittiche si riproducono, ma con un ritmo lento che mette i giocatori in difficoltà man mano che il gioco avanza. I test hanno mostrato un gioco veloce e divertente. Quindi salpate le ancore, e let’s FISH!”


Andrea Angiolino ha assegnato a Fish! di Riccardo Rigillo la vittoria del Contest di game design con questa motivazione: “ho cercato di valutare secondo i criteri di design che ho presentato e discusso durante il corso, privilegiando giochi che avessero un legame armonico fra meccaniche e ambientazione e che possibilmente rispondessero a un principio di eleganza, risultando il più possibile efficaci pur nell’asciuttezza delle regole. (…) Un gioco che nel periodo del corso ha visto ripetute stesure, alla ricerca continua di miglioramenti. Fino ad arrivare a meccaniche pulite ed essenziali che evocano bene le dinamiche della pesca del tonno. Trasmettendo anche con chiarezza il messaggio voluto dall’autore: e cioè che pur mirando al profitto individuale occorre evitare l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche del nostro mare, rischiando altrimenti di esaurirle per sé e per gli altri.”


La coach Claudia Minozzi ci tiene a sottolineare che Riccardo ha dedicato grandissima concentrazione e dedizione al suo progetto, tanto che è partito da una vaga idea (sullo sviluppo sostenibile, tematica sociale che ben conosce per lavoro) e prima del termine del workshop aveva già il prototipo (in circa tre mesi). Dopo ha playtestato molto (anche portando il suo prototipo al PlayModena) con metodo, facendo interviste ai giocatori a seguito dei playtest, e apportando modifiche mirate al suo prototipo. L’impegno di Riccardo Rigillo è stato meritatamente ripagato dalla grande soddisfazione di vedere concretizzato il suo progetto di realizzare un gioco, e la vittoria del Contest è l’ulteriore conferma che quando c’è impegno i risultati si raggiungono!
Bravo Riccardo!


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